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Travel

Le ferie in montagna, quasi per caso.

Quest’anno, all’improvviso, abbiamo avuto una golosa opportunità, che ci avrebbe potuto alleviare dall’opprimente caldo agostano della pianura: fare delle ferie in montagna soggiornando una settimana a scrocco, nell’appartamento di una mia zia, potendo godere di una vera e proprio vacanza a Pieve di Cadore.
Da notare che poco prima di partire, abbiamo preso il Covid tutti e 3, e queste vacanze sembravano a rischio, ma per fortuna siamo guariti in tempo.

Dopo aver ritrovato la passione fotografica un mese fa, e per l’ennesima volta, ho quindi imbracciato la mia Olympus, preso con me bambina e moglie, siamo saliti in auto, una vecchia Volvo V50 che ho preso usata, perchè ho avuto la bella idea di vendere il Compass durante la più grande crisi mondiale nel settore automotive per comprare una station wagon che tarda ad arrivare, ho messo in moto, e siamo partiti.
Così con il dubbio se mai saremmo arrivati, a causa della vetustà della vettura, siamo partiti, e ad incrementare la mia ansia, subito in autostrada, una bella coda sotto il sole ferragostano a 45°, per fortuna la Volvo si è comportata bene e poco dopo siamo arrivati a Pozzale, nel comune di Pieve di Cadore.

Pieve di Cadore è un comune nella provincia di Belluno, circondata dalle montagne, al centro della Valle Cadorina, ai piedi del gruppo dell’Antelao,  offre viste mozzafiato sulle montagne delle Marmorole e sul Sorapiss, ed è a un passo da Cortina, inoltre è famosa per aver dato i natali a Tiziano Vecellio.

Ci aspettava di sicuro una bella settimana rilassante e stimolante dal punto di vista fotografico, Anna (nostra figlia) permettendo.

Con me avevo portato tutto, al grido di “non si sa mai” e così il mio corredo poteva contare su: la Olympus E-M5, il grandangolo Laowa 7mm se avessi voluto fotografare grandi paesaggi, il fisso Zuiko 17mm, se avessi voluto muovermi con agilità nelle vie cittadine, e il Panaleica 12-60 se avessi voluto avere con me un obiettivo tuttofare e zero pensieri; non mancavano all’appello il cavalletto e vari filtri ND, e anche l’iPhone, sempre ottima fotocamera sempre in tasca.
Volevo inoltre provare a portarmi avanti col lavoro di editing e postprodurre qualche foto con l’iPad e Lightroom aprofittando del fatto che mia figlia sarebbe andata a letto presto e che la sera saremmo rimasti a casa, salvo poi scoprire che là sui monti non arrivava l’internet…

Il primo giorno breve visita al Lago di Cadore: lago artificiale originatosi negli anni 50, molto carino e caratteristico, con una bella passeggiata che porta al Lago delle Tose, laghetto molto piccolo in mezzo al bosco cone delle piccole cascatelle, dove ho potuto fare una difficilissima lunga esposizione con filtri e controfiltri..e invece no, tutto merito della funzione dell’iPhone che mi ha permesso di simularne una, di lunga esposizione, dico.
Nei giorni subito seguenti non potevano mancare delle passeggiate lungo alcuni sentieri come quello che da Pozzale porta a Tai di Cadore, e una visita a Pieve di Cadore e al suo villaggio di Babbo Natale, Anna ne era entusiasta anche se eravamo appena appena fuori stagione e di Babbo Natale non c’era traccia.

Qui in particolare scatto con l’iPhone, e, aprofittando delle frequenti pause della seppur bravissima 2enne già camminatrice, edito al volo con Lightroom mobile e carico su Instagram dando vita a delle bellissime Stories che se vi siete persi, peggio per voi.

A sinistra due foto di Pozzale, a destra del centro di Pieve

E poi una visita alla Val d’Oten dove abbiamo mangiato ottimamente ma, purtroppo, dove non abbiamo potuto avventurarci per i suoi invitanti sentieri; e al lago di Auronzo, da cui scorgevamo le amate Tre Cime di Lavaredo.

E poi un giorno ci siamo recati a Cibiana di Cadore, borgo dalle stradine strettissime, protetto dal turismo di massa dalle vette circostanti, incastonato al centro della valle, dove, tra le altre cose, abbiamo trovato un negozietto, gestito da persone che hanno abbandonato la comoda vita della città per stare qua a dedicarsi alla produzione e alla vendita di squisiti prodotti tipici, che abbiamo gustato in loco, ma di cui abbiamo fatto anche numerose scorte da portare in pianura.

E per finire era quasi d’obbligo, l’ultimo giorno, andare a passo Giau ad ammirare il Monte Ra Gusela, diventato famosissimo su Instagram.
Qui ho provato ad aspettare un po’ di Golden Hour, per cogliere una luce che lo avrebbe illuminato meravigliosamente, ma purtroppo l’infante, e la temperatura che stava drasticamente scemando, non me l’hanno permesso.

E così la vacanza è finita e siamo tornati a casa, stanchi ma felici.
Ho ripreso in mano la macchina fotografica dopo molto tempo, e ancora una volta, quasi non ricordavo come funzionasse. Scaricate le foto mi sono accorto che non erano granchè in realtà, comunissime foto turistiche in realtà, le ho postprodotte al solito, con Lightroom, una post molto leggera e veloce, gli scatti rimangono quasi come scattati, a parte l’applicazione di qualche veloce preset e qualche regolazione veloce delle luci e delle ombre, contrasto e qualche crop.
Mi sta piacendo sempre fare di più fare così: foto luminose e poco elaborate, ma devo lavorarci.

Per quanta riguarda i luoghi visitati mi sento di dire che sono senza dubbio molto belli e meritano la visita, la natura qui è eccezionale, ma la mia cinica opinione è che ci sia molto potenziale, e che purtroppo le scelte amministrative operate negli anni non le rendono giustizia, si vede che c’è una mancanza di risorse. Se questi luoghi avessero le risorse del Trentino, per dire, sarebbero molto pù curati e di conseguenza, ricettivi.


We went on vacation for a week to Pieve di Cadore. it was nice and i took a lot of pictures.

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